PRATO – Alla Shiro Saigo del maestro Luigi Moscato si è tenuto un allenamento con la maestra Tanimoto. Ikumi Tanimoto 育実 谷本, 31 anni a giugno, allieva del maestro Yasushi Oishi (1943-) dell’Oishi-dōjō di Obu nella prefettura di Aichi, sorella della due volte campionessa olimpica Ayumi, è specialista di harai-goshi, uchi-mata e seoi-nage . Attualmente è a Londra per studiare inglese, ma grazie a Niccolò Salvatori, allievo del maestro Moscato, è venuta a Prato per questo interessantissimo stage.
Dopo un buon riscaldamento la maestra ha dimostrato un bel passaggio di ne-waza, chiamato da lei “Sakai-gaeshi” (poiché presumibilmente inventato dal maestro nippo-canadese Yonekazu Frank Sakai) ed una sua variante. Poi è passata ad un metodo molto generale ma anche molto efficace per liberare la gamba e chiudere in yoko-shihō-gatame a cui è seguito subito un esempio di hairi-kata al termine del quale tori si trova appunto nella situazione di dover liberare la gamba in tale modo.
Per il tachi-waza invece ha dimostrato un renzoku-waza formato da 4 tecniche: ō-uchi-gari, tai-otoshi, hiza-guruma e ō-soto-gari.
Qui ho anche avuto l’occasione di chiarire personalmente con lei ciò che ho più volte sostenuto riguardo la differenza tra renraku e renzoku. In Ju no Kokoro ho scritto:
Il termine renraku 「連絡」 significa “connessione”, “giunzione”, e quindi in riferimento al waza assume la sfumatura di “combinazione”. Renzoku 「連続」 invece è “successione” o “continuità”. Ciò quindi porta alle seguenti definizioni: un renraku-waza è l’esecuzione di una o più tecniche il cui scopo è la preparazione ad un’altra tecnica, finale, alla quale uke non può opporre alcuna difesa; un renzoku-waza è l’esecuzione di due o più tecniche in successione, ove l’obiettivo di ogni tecnica è la proiezione di uke.
La maestra Tanimoto ha infatti detto che renzoku e renraku possono effettivamente essere sinonimi, ma la differenza sostanziale sta nella connessione delle tecniche. In particolare un renzoku è anche un renraku nel senso della continuità, ma se tori esegue due o più tecniche in un unico movimento continuo dove il tutto è finalizzato da un unico tsukuri (naturalmente dell’ultima tecnica) allora è un renraku propriamente detto; altrimenti, se nell’esecuzione delle varie tecniche – benché senza interruzioni – tori giunge allo tsukuri di ognuna di esse, allora è un renzoku.
Didatticamente, la maestra ha prima dimostrato il renzoku-waza e poi e passata allo studio di ogni componente insistendo su alcuni dettagli del “suo” judo marcatamente agonistico, pur restando senza dubbio in quello che noi occidentali definiamo “judo classico”. Prova di ciò è lo tsukuri del tai-otoshi, dove tori assume la posa dell’arciere come Usain Bolt, oppure lo stile d’esecuzione dell’ō-soto-gari, oserei dire praticamente identico a quello del maestro Angelo Parisi.
L’allenamento si è dunque concluso con una serie di randori in cui i più giovani hanno avuto la possibilità di provare con la maestra Tanimoto, le tante foto di rito e i mille sorrisi di tutti i partecipanti.
Ikumi Tanimoto, palmarès essenziale:
Grand Slam Tokyo, 2009
World Cup Tashkent, 2010
World Cup Oberwart, 2010
World Cup Budapest, 2010
World Team Championship Antalya, 2010
Kodokan Cup Chiba, 2010
Kodokan Cup Chiba, 2011
Kodokan Cup Chiba, 2009