Toshirō Daigo-jūdan e il koshiki-no-kata dei samurai

450 anni di storia dell’antico bujutsu in uno stage per pochi intimi

PRATO – Delle due koryū di cui Kanō-shihan fu l’erede, la scuola di Kitō rappresenta il legame più forte tra il Kōdōkan Jūdō e il bujutsu dei samurai dell’epoca Tokugawa. Il filo diretto con la storia è vivente ed al tempo stesso già leggenda: Toshirō Daigo 10° dan del Kōdōkan, ad 84 anni è l’ultimo e unico allievo rimasto del maestro Hideichi Nagaoka, egli stesso già 10° dan ed allievo diretto di Jigorō Kanō-shihan.

Quindi lo stage. È doveroso precisare che il koshiki-no-kata 古式の形 del maestro Daigo è l’analisi e la sintesi dell’antico jūjutsu, non solo di Kitō-ryū, ma in un certo senso di tutto il bujutsu antecedente la venuta del Prof. Kanō. I motivi di ciò ci sono parsi evidenti già al Kōdōkan Kata Course dello scorso luglio, ma in questo stage sono stati analizzati ed approfonditi con una meticolosità ancora più sorprendente.

Punto critico della lezione è stato immaginare di indossare lo yoroi e di “sentirne” il peso e l’ingombro. Infatti il realismo del kata (omote) è dato sì dalla postura marziale e dai movimenti particolarmente lenti di tori e di uke, ma anche e soprattutto dall’idea che vuole i due samurai in lotta per la sopravvivenza in battaglia, con tutte le conseguenze del caso.

“Mr. Kōdōkan”, così com’è soprannominato a Tōkyō, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, inoltre è una persona molto sorridente e disponibile, sempre pronta ad elargire suggerimenti e buoni consigli, indipendentemente dall’esperienza pregressa dei suoi allievi.

Dell’invito allo stage dobbiamo ringraziare ancora una volta il maestro Luigi Moscato 7°dan della Shiro Saigo di Prato, già diplomato “juku-tatsu” nel koshiki-no-kata e nell’itsutsu-no-kata, e il maestro Piero Comino 7° dan per l’organizzazione del tour di Daigo-sensei in Italia. Va inoltre detto che Mr. Kōdōkan non è venuto da solo, ma è stato accompagnato dalla maestra Taeko Nagai 7° dan, che ha tenuto in contemporanea lo stage di ju-no-kata, e dal simpaticissimo maestro Tatsuya Matsumoto 5° dan [ora 6° dan], nel ruolo di assistente e interprete ufficiale (come lo fu per il maestro Shigeya Matsumura 8° dan, in occasione degli stages di Pomigliano d’Arco).

Il commento di Ivo Stornaiuolo dimostra umiltà, furbizia e intelligenza:

«Mi dispiace che questa volta il nostro Direttore Tecnico Regionale, la maestra Mafalda Chiaro, non abbia potuto prendere parte all’evento a causa del lavoro: è mancata davvero a tutti i nostri amici “giapponesi”!»

E sul corso:

«Come ci ha spiegato lui stesso, il maestro Daigo ha cominciato lo studio dei kata relativamente tardi poiché impegnato nella preparazione degli All Japan Judo Championship e che col senno di poi avrebbe approfittato maggiormente degli insegnamenti del maestro Nagaoka. Noi, imparando da questa sua esperienza, non abbiamo voluto fare lo stesso errore…»

Luca Stornaiuolo

Arbitro Nazionale Coni-Fijlkam di 1ª categoria, 4° dan di jūdō, allievo del maestro Raffaele Parlati 7° dan della Nippon Club Napoli, membro della Rappresentativa Campana dal 1999 al 2003 e di Kata dal 2008 al 2012. Diplomato al Kōdōkan di Tōkyō in jū-no-kata e Kōdōkan-goshin-jutsu. Ingegnere informatico, lavora come Senior Software Engineer. Autore del libro "Jū no Kokoro - Le mie ricerche di jūdō - Vol.1".

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