Prefazione

del maestro Nicola Tempesta

Qualche giorno fa un giovane judoka mi ha chiesto di scrivere una presentazione per una sua opera. Il giovane in questione, Luca Stornaiuolo, è una persona sensibile, molto appassionata e senza dubbio un coltivatore del futuro del nostro judo. La prima cosa che ho fatto è stata quella di chiedergli cosa nascondesse davvero il titolo “Ju no Kokoro”, e lui mi ha risposto «un amore infinito per il judo», colpendomi profondamente in quanto anch’io condivido questa visione.

Quindi, com’è mia abitudine, mi sono subito dato da fare.

Gli otto capitoli che non hanno una connessione cronologica in un primo momento mi erano sembrati un’assurdità. Ad un’attenta lettura, però, mi hanno sorpreso fino a farmi rendere conto di aver intrapreso un unico complesso percorso di conoscenza, pur attraversando argomenti tutti diversi. Dunque posso dire che il giovane autore col suo arco ha colpito perfettamente nel centro.

Poi ho fatto alcune riflessioni. Tra le tante innovazioni da lui introdotte, la grandezza di Kano si è manifestata con l’utilizzo del judogi bianco. Non altri colori che possono creare eventualmente delle partigianerie, no, proprio il bianco. Il messaggio di uguaglianza e di unione dei popoli è evidente, ma devo anche constatare che purtroppo non ci sono abbastanza uomini capaci di divulgare e di applicare questo principio.

Mi auguro che questo trattato possa un giorno essere adottato come testo e magari regalato agli insegnanti tecnici, ma con l’impegno, anzi con l’obbligo di leggerlo e di studiarlo! Esso potrebbe infatti aiutare molti istruttori a capire che il judo non è solo ciò che loro propongono.

Difatti quest’opera è sì indirizzata agli addetti ai lavori, a coloro che amano il judo non solo agonistico, ma anche ai meno esperti, che vengono portati in un mondo diverso e guidati per mano alla sua scoperta. Per il judo ci vogliono maestri preparati, che abbiano la cultura per fare gli insegnanti, che mettano il discepolo nella condizione di capire e che lo aiutino a crescere.

Il maestro dovrebbe sempre approfondire la conoscenza dell’Uomo. Ecco in che cosa quest’opera lo aiuta.

Nicola Tempesta

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